L’autrice parla d'amore in modo linguisticamente non convenzionale, con metafore che a tratti sorprendono. Il lessico è personale, vigoroso, e le scelte sonore esprimono forza (si veda il prevalere delle "r" in Il dono, in particolare nel verso 9, "… e compromessi per dragare l'amore"). Ancora, il binomio lessico forte-amore è ancora più evidente in La gioia, con il susseguirsi dei verbi "disossare/ cotonare/ pedinare/ quietanziare/ codificare/ riesumare".
La poetessa non ci conduce però in una dimensione atemporale, anzi ricorrenti s’insinuano tra le pagine i temi del trascorrere del tempo, della memoria di un passato che sempre ritorna, che si fa presente e intride di sé il cammino verso il futuro:
... da scarniti cieli
ricucire a sorsi il desiderio
di misurare a passi l'avvenire ... (L'avvenire).
Tutto ciò, però, genera malinconia, non tristezza, oltre ad attimi d’intensa tenerezza (Dal bene all'infinito, dedicata al padre). Dolori e momenti di verità spingono a una profonda riflessione su se stessi, sempre rinnovando però il desiderio di vita e di amore. Ne è esempio, Vivere, che citiamo integralmente:
Lungamente ho aspettato
dove annuvola il crocicchio
e i crocus consumano primavere
Dove albeggiano le piccole mani
e le dolci parole
Dove di schianto piove
come un grido nell'aria
un tonfo sul cuore
Inutilmente
dove il mondo si dipana
e un daziere ingordo
assottiglia la luce
Proprio questo senso del tempo è creatore di poesia: “nel baccanale dell'eterno cielo / l'enigma del trascorrere è poesia". Va detto, comunque, che l’intima unità delle poesie che compongono la raccolta rende a nostro parere inutile la suddivisione in sezioni. Le poesie hanno la capacità di costruire un itinerario che non necessita, per un lettore attento, di indicazioni. Esse "parlerebbero" anche senza titoli. Si pensi all'incisività con cui la poetessa suggerisce l'incanto dello sguardo di una bambina:
Ero bambina
indeclinabile figlia della terra
un guizzo di luce
di sbieco alla montagna
sbracciata allo stupore (Infanzia)
Spesso, poi, la versificazione diviene ancora più fluida, leggera, i versi volano l'uno dietro l'altro, il linguaggio si fa lieve:
Abiterai
un profumo di ginestra
o un sogno
signora delle fate
Sarai il frammento
che rinfranca le ciglia
la breccia
che penetra i ricordi
Avrai il passo
angoloso di donna
che sfuma
la guazza sui fiori
e volerai
in mano
un sole impagliato
per incantarmi in poesia
la spuma del mare
Come s’intuisce facilmente anche dal titolo della raccolta, è la natura che aggiunge forza al cammino dell'esistenza. Ciò è vero in numerose poesie, ricchissime appunto di elementi naturali, mai però sovrapposti, ma sempre intimamente connessi alle emozioni dell’autrice. Si legga Profili d'alberi, con il suo finale molto espressivo, quasi una summa della visione del mondo dell'autrice:
Terra
che a sostenerla s'ama
che attende dai ricordi
la forza di esistere.
Un bel libro, non banale, anzi molto promettente. Attendiamo con fiducia l'autrice a nuove prove.
Giancarlo Giuliani
Marilena Ferrone
Profili d’alberi
REA edizioni, L’Aquila 2008
Euro 10,00
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