Il profondo
lavoro di introspezione e l’affascinante apparizione dell’artista sconosciuto
fino al momento dell’incontro generano il senso e la magia di un’autentica esperienza
estetica. L’artista dalle illustri origini abruzzesi, riscopre la mutevole
natura del suo mare (il mare Adriatico) da un punto di vista banale ma non scontato. Soffermarsi sul qui e ora significa aprirsi alla natura
del proprio essere e del proprio stare per rivalutare finalmente il senso di
appartenenza e prepararsi ad un nuovo viaggio. Guardare attentamente ciò che
crediamo di conoscere, tutti i giorni alla stessa ora, ci offre l’opportunità
di conoscere davvero ciò che abbiamo davanti ai nostri occhi. Osservare il mare
ci permette di guardare noi stessi grazie alla sua mutevolezza. Il suo fluire
pacifico rivela la naturalità del continuo movimento che ci avvolge e ci guida
…e quando inizio la mia opera di ricerca non so cosa scaturirà dentro di me tra
qualche giorno o al 365° giorno. L’Ulisse
Scatenato, istallazione di Antonio Lucifero (Roma 1968) presente al Mumi di
Francavilla durante il 63° Premio
Michetti ci offre uno spazio di riflessione utile al raccoglimento delle
nostre energie da dispiegare in un nuovo viaggio. I confini dell’orizzonte
sempre presente davanti all’obiettivo, davanti ai nostri occhi che iniziano a
vedere ci rivelano l’immensità che ci appartiene e che ci riempie, l’infinità
possibilità di trovare se stessi al di là di ciò che diamo per scontato. La
ripetizione ci aiuta a comprendere e ci rende la libertà del nostro viaggio,
che già compiamo e che non si interrompe.
Il progetto così vasto e metodico, la scelta di un soggetto primigenio e universale e infine, la realizzazione attraverso un materiale di immediata fruizione e l’eleganza della composizione rendono ad ogni spettatore la possibilità di regalarsi un momento di ponderata meditazione e il respiro profondo dell’aria salmastra che ci riempie i polmoni. La pesantezza che blocca e accompagna chiunque accetti i propri limiti è la stessa che precede il momento della liberazione, del cambiamento, l’inizio di un nuovo viaggio.
Il progetto così vasto e metodico, la scelta di un soggetto primigenio e universale e infine, la realizzazione attraverso un materiale di immediata fruizione e l’eleganza della composizione rendono ad ogni spettatore la possibilità di regalarsi un momento di ponderata meditazione e il respiro profondo dell’aria salmastra che ci riempie i polmoni. La pesantezza che blocca e accompagna chiunque accetti i propri limiti è la stessa che precede il momento della liberazione, del cambiamento, l’inizio di un nuovo viaggio.
Zaira Fusco
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