Venerdì 11 Ottobre (ore 21:00) primo appuntamento con i NOTTURNI LETTERARI, una rassegna che si svolgerà ogni secondo venerdì del mese (da Ottobre 2013 a Giugno 2014) con i più importanti scrittori abruzzesi.
Il primo incontro, che avrà come protagonista lo scrittore Giovanni D'Alesandro, si svolgerà in due tempi: il primo è dedicato alla "Prefazione delle mie opere future", in cui lo scrittore narrerà brani di una delle sue opere in fase di scrittura; nel secondo tempo: "Leggere un classico", lo stesso scrittore ci inviterà alla riscoperta di un classico, sempre attraverso la narrazione e lettura di alcuni brani.
Tra il primo e il secondo tempo verranno distribuiti generi di conforto...
Libreria Libernauta
Via Teramo n. 27 - Pescara
lunedì 7 ottobre 2013
martedì 6 agosto 2013
Vincitori della prima edizione del “Premio dell’Editoria Abruzzese - Città di Roccamorice – 2013”
Domenica 4 agosto
si è svolta la manifestazione di premiazione della prima edizione del “Premio
dell’Editoria Abruzzese – Città di Roccamorice
- 2013”.
La Giuria,
composta da Luca GASBARRO, Enrico SANTANGELO e Francesca PICCIOLI, ha così
proclamato i Vincitori delle varie Sezioni:
Vincitori delle Sezioni
dedicate agli autori abruzzesi:
Saggistica:
Orlando ANTONINI, L’Aquila nuova negli itinerari del
Nunzio (One Group
Edizioni)
Narrativa: Pasquale CUCCO, La rosa e il cormorano (De Felice
Edizioni)
Poesia: Alessandra ANGELUCCI, Mi avevi chiesto di fermarmi qui (Galaad
Edizioni)
Premi speciali della
Giuria
- per
la narrativa per l’infanzia
• Roberto MELCHIORRE, Manga contro Ercole (Edizioni Le matite
colorate)
- per la
storia dell’ambiente in Abruzzo
• Aurelio MANZI, Storia dell’ambiente nell’Appennino
Centrale (Meta
Edizioni)
Vincitori delle Sezioni
dedicate agli autori non abruzzesi:
Saggistica:
FRANCO FERRAROTTI, Un popolo di frenetici informatissimi
idioti (Edizioni
Solfanelli)
Narrativa: Loredana PIETRAFESA, Al di là della ferrovia (Edizioni Tabula
fati)
Poesia: Francesco BALDASSI, Divagazioni sulla libertà (Edizioni Tabula
fati)
I riconoscimenti sono stati consegnati da Nazario PAGANO,
Presidente del Consiglio Regionale, alla presenza del sindaco di Roccamorice,
Alessandro D’ASCANIO, e del presidente dell’Associazione Editori Abruzzesi,
Marco SOLFANELLI.
venerdì 12 luglio 2013
SETTIMANA MOZARTIANA 2013 - CHIETI
SALOTTO CULTURALE XIII
Via C. de Lollis - Libreria De Luca
Lunedì 15
LUGLIO
ore 21:00
- Presentazione romanzi
Gianni Tacconelli, OMBRA E IL VECCHIO (Edizioni Tabula fati)
Stefano DE SANCTIS, IL MARCHESE CHE SEMINAVA LIBRI (Edizioni Tabula fati)
Martedì
16 LUGLIO
ore 21:00
- Presentazione romanzi
Francesco Di Rocco, NEKROPOLIS (Edizioni Tabula fati)
Sergio Marciani, IL BAFFO DEL DIAVOLO (Edizioni Tabula fati)
Mercoledì
17 LUGLIO
ore 21:00
- Presentazione della rivista PROSPETTIVA
PERSONA a cura di Angela Rossi
Modera: Stanislao Liberatore
Interverranno: dott.ssa Emilia De Matteo
(Assessore Pari Opportunità - Comune di Chieti), dott.ssa Paola Sabella
(Segretario Generale - Camera di Commercio di Chieti), prof. Antonello Canzano
(Docente di Sociologia dei Fenomeni politici - Università D’Annunzio
Chieti-Pescara), prof. Andrea Lombardinilo - Docente di Sociologia dei Processi
Culturali - Università D’Annunzio Chieti-Pescara)
ore 22:00
- Presentazione romanzi
Antonio Tenisci, NUVOLE ROSSE SOTTO IL MARE (Edizioni Solfanelli)
Marco Tornar, LO SPLENDORE DELL'AQUILA NELL'ORO (Edizioni Tabula fati)
Giovedì
18 LUGLIO
ore 21:00
- Presentazione della rivista SCHOLIA
a cura di Angela Rossi
Modera: Stanislao Liberatore
Interverranno: prof.ssa Giuseppina Politi
(Preside Liceo Classico G.B.Vico Chieti), prof.ssa Angela Rossi (Redattrice
Rivista), prof. Ferdinando Stirati (Direttore rivista “Scholia”)
ore 22:00
- Presentazione romanzi
Arturo Bernava, SCARPETTE BIANCHE (Edizioni Solfanelli)
Paolo Carretta, SHERLOCK HOLMES E IL FUOCO DELLA PERNACCHIA (Edizioni Solfanelli)
Venerdì 19 LUGLIO
ore 21:00 - Presentazione romanzo
Vincenzo Di
Pietro, IL NUMERO DI DIO (Leone Editore)
Modera: Stanislao Liberatore
sabato 29 giugno 2013
Recensione: NEL TACIUTO LA GIOIA di Innocenza Scerrotta Samà (Edizioni Polistampa)
Innocenza Scerrotta Samà
Nel taciuto la gioia
Polistampa, Firenze 2013
pp. 57 – Euro 6,00
La recente silloge poetica di Innocenza Scerrotta Samà, presentata al meglio da un’ottima veste tipografica, si impernia su due temi dominanti: l’Eros e li Silenzio: un binomio singolare, se si pensa a come l’Eros si ritrovi in ogni dove, e sempre più connotato da equivoci grossolani, mentre il silenzio è respinto nelle caverne del non gradito.
La letteratura di un passato ancora non remoto ci offre , invece, più di un esempio di come le due forze possano convivere; si pensi alle parole, essenziali eppure tragicamente evocative, di “La sventurata rispose” di manzoniana memoria: la “sventurata” Monaca di Monza rompe il velo che separa l’Eros dal silenzio, un’audacia che la perderà, come l’ansia di rivedere l’amato perderà Euridice, che sfida le regole degli dei.
La regola del “taciuto” impronta di sé tutta la silloge; la poetessa spesso non parla, ma allude: ogni parola è come pesata dal bilancino dell’orefice; quasi mai descrive, eppure apre orizzonti vasti , suggerisce sviluppi che il lettore può cogliere anche immediatamente, ma che dovrà tornare a leggere ancora, prima di trovare la chiave di lettura giusta.
Come le foglie della Sibilla, le parole di Innocenza racchiudono un messaggio che va meditato lungamente prima di poterlo interpetrare.
Mi piace citare un esempio delizioso: “Maldicenza /sull’amico./accovacciato/in veste di gatto/sul divano./ (p. 36).
Quel gatto è magico: certamente ha un occhio azzurro e uno verde; e, se vuole, parla.
La silloge si conclude con versi che indicano ancora nuovi sentieri: “Nel taciuto/ la gioia dell’incontro”. Dunque, il “taciuto” non resta al margine, negletto: ha una sua eloquenza, una sua capacità di comunicazione: tanto che, alla fine, porta all’incontro. Un incontro magico, quello in cui tra chi scrive e chi legge si crea una sintonia totale, che è il miracolo dell’arte.
[Anna Ventura]
Nel taciuto la gioia
Polistampa, Firenze 2013
pp. 57 – Euro 6,00
La recente silloge poetica di Innocenza Scerrotta Samà, presentata al meglio da un’ottima veste tipografica, si impernia su due temi dominanti: l’Eros e li Silenzio: un binomio singolare, se si pensa a come l’Eros si ritrovi in ogni dove, e sempre più connotato da equivoci grossolani, mentre il silenzio è respinto nelle caverne del non gradito.
La letteratura di un passato ancora non remoto ci offre , invece, più di un esempio di come le due forze possano convivere; si pensi alle parole, essenziali eppure tragicamente evocative, di “La sventurata rispose” di manzoniana memoria: la “sventurata” Monaca di Monza rompe il velo che separa l’Eros dal silenzio, un’audacia che la perderà, come l’ansia di rivedere l’amato perderà Euridice, che sfida le regole degli dei.
La regola del “taciuto” impronta di sé tutta la silloge; la poetessa spesso non parla, ma allude: ogni parola è come pesata dal bilancino dell’orefice; quasi mai descrive, eppure apre orizzonti vasti , suggerisce sviluppi che il lettore può cogliere anche immediatamente, ma che dovrà tornare a leggere ancora, prima di trovare la chiave di lettura giusta.
Come le foglie della Sibilla, le parole di Innocenza racchiudono un messaggio che va meditato lungamente prima di poterlo interpetrare.
Mi piace citare un esempio delizioso: “Maldicenza /sull’amico./accovacciato/in veste di gatto/sul divano./ (p. 36).
Quel gatto è magico: certamente ha un occhio azzurro e uno verde; e, se vuole, parla.
La silloge si conclude con versi che indicano ancora nuovi sentieri: “Nel taciuto/ la gioia dell’incontro”. Dunque, il “taciuto” non resta al margine, negletto: ha una sua eloquenza, una sua capacità di comunicazione: tanto che, alla fine, porta all’incontro. Un incontro magico, quello in cui tra chi scrive e chi legge si crea una sintonia totale, che è il miracolo dell’arte.
[Anna Ventura]
martedì 25 giugno 2013
L’abito tradizionale di Castelvecchio e della Valle Subequana” il nuovo libro di Massimo Santilli
Si intitola “L’abito tradizionale di Castelvecchio e della Valle Subequana” il nuovo libro diMassimo Santilli (Introduzione e ricostruzione filologica di Francesco Stoppa) che verrà presentato sabato 29 giugno p. v. a Castelvecchio Subequo nel chiostro del Convento di S. Francesco d’Assisi con inizio alle ore 18,00.
La ricerca interdisciplinare contenuta nel volume ha reso possibile la ricomposizione su base filologica di un prototipo dell’abito che verrà mostrato al pubblico nella stessa circostanza.
Il progetto editoriale è stato ideato e promosso dall’Archivio Tradizioni Popolari Valle Subequana con il sostegno del Comune di Castelvecchio Subequo (Assessorato ai Beni e Attività Culturali) e con il Patrocinio del Parco Regionale Sirente Velino, della Comunità Montana Sirentina, dei Comuni subequani, del Consorzio Beni Culturali della Provincia dell’Aquila, della Deputazione Abruzzese di Storia Patria e si beneficia del logo dellaRegione Abruzzo (Assessorato alle Politiche Culturali), della Provincia dell’Aquila e della Soprintendenza ai Beni Storico-Artistici ed Etno-antropologici per l’Abruzzo.
Oltre all’autore Massimo Santilli, alla Capo Sarta Anna Iezzi e ad Annarita Salutari che indosserà l’abito, interverranno: Il Sindaco Pietro Salutari, l’Assessore ai Beni e Attività Culturali Andrea Padovani, il Superiore del Convento P. Massimiliano Di Carlo, il Presidente del Parco Angelo Simone Angelosante, il Presidente della Comunità MontanaLuigi Fasciani, la Responsabile dell’Agenzia di Promozione Culturale di Sulmona Rosa Giammarco e il Direttore del Consorzio Beni Culturali della Provincia dell’Aquila Vladimiro Placidi. Condurrà gli interventi Antonietta Ferroni.
La proposta culturale si sostanzia nei risultati di una lunga indagine che ha consentito, con rigoroso metodo scientifico, la ricostruzione materiale di tessuti ed accessori e quindi la restituzione del vestiario tradizionale di Castelvecchio e di Acciano, Castel di Ieri, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, Molina Aterno e Secinaro, paesi ricadenti nell’area della Comunità Sirentina e del Parco Sirente Velino.
Il volume, pubblicato da Synapsi Edizioni in una pregevole veste grafica realizzata daElia Santilli, presenta anche un ricco corredo fotografico d’epoca.
Attraverso l’attuazione dell’iniziativa, si è restituita una pagina di storia popolare finora inesplorata in questo comprensorio offrendone così l’immagine più rappresentativa costituita, appunto, dall’abito tradizionale (foggia femminile festiva in versione estiva) che ripropone in maniera immediata le specificità, i tratti salienti e maggiormente significativi di una comunità omogenea qual è la Conca “Superequana”.
Si ritiene, infine, che tale progetto culturale potrà offrire utili contributi alla conoscenza ed alla valorizzazione di questa affascinante porzione dell’Abruzzo aquilano e determinare nel contempo un’indotta attività di promozione del territorio in quegli aspetti che meglio definiscono l’identità di un luogo e della sua gente veicolandone le preziosità attrattive nel sistema composito dei turismi.
giovedì 20 giugno 2013
PREMIO DELL’EDITORIA ABRUZZESE - CITTÀ DI ROCCAMORICE (Scadenza 30/06/2013)
PREMIO DELL’EDITORIA ABRUZZESE - CITTÀ DI ROCCAMORICE
Bando di concorso
Scadenza 30 giugno 2013
1. La municipalità di Roccamorice e l’Associazione
Editori Abruzzesi organizzano il “Premio dell’Editoria Abruzzese - Città di
Roccamorice” riservato ad opere di narrativa, poesia e saggistica, edite dalle
case editrici abruzzesi aderenti all’Associazione Editori Abruzzesi (*).
2. Possono concorrere al “Premio dell’Editoria
Abruzzese - Città di Roccamorice” le opere edite nel periodo compreso fra il
mese di gennaio 2012 e giugno 2013.
3. Sezioni:
a) Libro di autore abruzzese (**) di Narrativa –
Poesie – Saggistica
b) Libro di autore non abruzzese di Narrativa – Poesia
– Saggistica
4. Premi:
- nella Sezione a) sono previsti Premi per le opere
classificate nei primi 3 posti di ciascuna categoria
- nella Sezione b) sono previsti Premi solo per le
opere vincitrici di ciascuna categoria.
5. La Giuria (nominata esclusivamente dalla
municipalità di Roccamorice) individuerà a proprio insindacabile giudizio i
finalisti e vincitori di ciascuna categoria.
6. La comunicazione ai Finalisti della Sezione a) e
dei Vincitori della Sezione b) verrà data almeno 15 giorni prima del giorno di
premiazione. La proclamazione dei vincitori della Sezione a) avverrà solo nel
corso della cerimonia di premiazione.
7. La Giuria del
Premio, d’intesa con gli Enti promuoventi, potrà assegnare Premi speciali a
quanti si siano distinti nella promozione e diffusione della cultura e
dell’editoria abruzzese, nelle categorie della musica, del teatro, della
cinematografia, delle arti scultoree, pittoriche e fotografiche, del
giornalismo e della politica.
8. La manifestazione della Presentazione e Premiazione
delle opere e autori finalisti avverrà in 2 giorni.
Nel primo giorno (sabato 3 agosto) verranno presentate
le opere finaliste della Sezione a) e i vincitori della Sezione b); le presentazioni permetteranno al
pubblico di conoscere gli autori e le opere selezionate.
Nel secondo giorno (domenica 4 agosto) si svolgerà la
cerimonia di Premiazione.
9. I tre finalisti delle categorie della Sezione a) riceveranno come premio una Targa per il Vincitore e diplomi per i 2 restanti finalisti; i vincitori della Sezione b) riceveranno come una Targa e l’ospitalità per i 2 giorni della manifestazione.
9. I tre finalisti delle categorie della Sezione a) riceveranno come premio una Targa per il Vincitore e diplomi per i 2 restanti finalisti; i vincitori della Sezione b) riceveranno come una Targa e l’ospitalità per i 2 giorni della manifestazione.
10. Le opere finaliste e vincitrici potranno apporre una fascetta sulle proprie opere con la dicitura “Vincitore del Premio dell’Editoria Abruzzese - Città di Roccamorice 2013 – Sezione ……………………” oppure “Finalista del Premio dell’Editoria Abruzzese - Città di Roccamorice 2013 – Sezione …………………………”
11. Per la partecipazione al Premio gli editori e/o
gli autori dovranno inviare alla Segreteria del Premio 3 (tre) copie delle
opere con le quali intendono partecipare entro il 30 giugno 2013, con allegato la scheda di partecipazione da
richiedere alla Segreteria del Premio o alla mail editoriabruzzesi@gmail.com.
Successivamente verranno richieste ulteriori 3 (tre) copie solo per le opere
che avranno superato la prima selezione.
12. La manifestazione e la premiazione avrà luogo a Roccamorice nei giorni 3 e 4 agosto 2013. Condizione imprescindibile per l’attribuzione dei premi è la presenza degli scrittori finalisti e vincitori alla manifestazione di presentazione degli autori e delle opere di sabato 3 agosto e alla cerimonia di premiazione di domenica 4 agosto 2013.
13. La partecipazione al Premio da parte di editori e
autori implica l’accettazione delle norme del bando.
Segreteria del Premio
Palazzo
Municipale
Via de Horatiis
65020
ROCCAMORICE (PE)
(*) Editori iscritti all’Associazione Editori Abruzzesi: Costa, Demian,
Di Felice, Galaad, GBU, Ianieri, Le matite colorate, Marte, Menabò, META, Noubs,
One Group, Psiconline, Sala, Solfanelli, Tabula, Tabula fati, Textus, Tracce,
Verdone.
(**) Per
autori abruzzesi intendesi nati o residenti in Abruzzo.
mercoledì 12 giugno 2013
Presentazione: LO SPLENDORE DELL'AQUILA NELL'ORO di Marco Tornar (Pescara, Sabato 15 Giugno, ore 18:00)
Sabato 15 Giugno, alle ore 18:00
presso la Libreria Libernauta
(PESCARA - Via Teramo n. 27)
presentazione del nuovo romanzo storico di MARCO TORNAR
LO SPLENDORE DELL'AQUILA NELL'ORO
L'Italia di Enrico VII di Lussemburgo
(Edizioni Tabula fati)
a cura dell'Autore e dell'editore Marco Solfanelli
martedì 11 giugno 2013
mercoledì 5 giugno 2013
Presentazione: SPAZIO PUBBLICO E DESIDERIO di Giovanni Dursi (Pescara, venerdì 7 giugno, ore 18.00)
Venerdì 7 giugno, alle ore 18:00
presso la Libreria Libernauta
(PESCARA - Via Teramo n. 27)
presentazione della silloge poetica di Giovanni Dursi
SPAZIO PUBBLICO E DESIDERIO
(Edizioni Tabula fati)
a cura di Giancarlo Giuliani
Saranno presenti l'Autore e l'editore Marco Solfanelli
Scheda del libro:
È la mente l’alcova di pensieri espliciti, ma anche di pensieri intimi ed arditi, quelli che nella prosa poetica di Giovanni Dursi sono descritti e comunicati. Pensieri che svelano l'arcano dell'universo umano e danzano sotto forma di parole, dapprima, per diventare, in seguito, respiro, pulsioni, azioni. Una vera e propria ricostruzione di senso.
Parole quasi anacronistiche, come se l'autore di “Spazio pubblico e desiderio” fosse riuscito ad "evitare" lo squallore guardandolo negli occhi. A tratti, i vocaboli in uso nella silloge riescono, sollecitando l'onirico, a far dormire senza morire (Amleto, Shakespeare), a distanziarci dal presente, ma, non per questo, evocano un improponibile romanticismo patetico. Piuttosto, s'avverte lo sforzo autentico che riesce ad inventare per sé e per gli altri un altro mondo. Poesia, in fondo, è procreazione, per cui nessun particolare requisito si chiede, eccetto che sia generatrice ed inventrice. Gli aedi di regime sono avvertiti.
Immergendosi convinti nella prosa poetica, il silenzio scoppia tra le dilatate grida dell'autore che giungono al lettore. Ciò punge assai. Il silenzio – ci dichiara l'autore - è il nostro primo approdo alla vita activa, e sarà sempre il primo luogo dove covano le nostre risposte. Splendido ascoltare la voce del silenzio, un inizio che non può non essere lacerazione.
Giovanni Dursi (Lanciano 1957), è docente M.I.U.R. di Filosofia e Scienze sociali e ha insegnato prima a Bologna, ora a Pescara. Si occupa di management della formazione nella knowledge society e di “comunicazione pubblica” (Legge 150/2000). Già professore a contratto del corso integrativo di Filosofia dell’educazione presso la Cattedra di Pedagogia dell’Università degli Studi di Urbino, per conto di alcuni Enti pubblici italiani (Regione Emilia Romagna, Centri di formazione professionale, Enti locali, Università) ha realizzato diverse attività tecnico-consulenziali: project work, copywriter, pubbliche relazioni, ricerca e sviluppo, organizzativo-amministrative.
È autore di diversi articoli e saggi nell’ambito delle Scienze umane e sociali (“Studi urbinati”, “Innovazione scuola”, “Professione pedagogista”, “Questioni del Socialismo”). Di formazione marxista, partecipa dalla fine degli anni Settanta, al movimento anticapitalista e alla battaglia delle idee pubblicando saggi e articoli vari per riviste, periodici e quotidiani, testate locali e nazionali (tra le quali “Liberazione”) anche on line. È coeditore del periodico bolognese — ora on line http://www.zic.it/ — “Zero in condotta”. Scrive su http://th-rough.eu/. Partecipa come militante di base alla mobilitazione popolare per l’acqua pubblica, il welfare delle conoscenze, per l’informazione critica, alle battaglie contro il precariato e per il reddito minimo garantito. Nel 2009 partecipa all’esperienza politica neocivica di “Bologna Città Libera”. Uno dei suoi blog per comunicare è: http://giovannidursi.blogspot.com/.
È coautore del “pamphlet” "Lanciano città libera? Lavori in corso fino al 2016" (Tabula, Lanciano 2011).
Giovanni Dursi
SPAZIO PUBBLICO E DESIDERIO
Presentazione di Pascal Iulianetti
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-317-8]
Pagg. 72 - € 8,00
http://www.edizionitabulafati.it/spaziopubblico.htm
venerdì 31 maggio 2013
Recensione: SCIAMANA di Ornella Fiorentini (Edizioni Tabula fati)
Ornella Fiorentini
SCIAMANA
Tabula fati, Chieti 2012
pp. 64, Euro 7, 00
Son mossi da soavissimo afflato, i versi di Sciamana. La poetessa Fiorentini – anche autrice di prose tanto originali quanto legittimate da un criterio di ricerca – ha l’indubbio merito di proporre una versificazione derivata dalla più schietta e “calda” tradizione italiana. Se da un lato l’io rammemorante è femminile, come poteva esserlo quello delle grandi rimatrici del nostro Cinquecento – ovvero una percezione non dimidiata, senz’alcuna concessione al sentimentalismo – dall’altro un maestro dell’ultimo Novecento italiano sembra la figura peculiare a tratti emergente sullo sfondo.
Consapevole o meno della lezione del mai troppo compianto Dario Bellezza, la Fiorentini scandisce con ritmo serrato un’evocazione che passa attraverso un sanguinante cuore, ma non rinuncia a una severa compostezza formale per rimediare ai necessari ostacoli della metrica perduta. La grinta del pasoliniano e romano Bellezza – ma senza dannazione. Oppure, se dannazione sussiste, è in “gocce rapprese d’aurora.” D’altra parte, come apprendiamo in “Musica”: “Acute sono le note, che/ vibrano nell’anima.”
Con grazia antica la poetessa incastona periodi netti e brevi enucleanti le fibrillazioni del suo “sentire” – quello stesso procedere per minimi sbalzi che all’opposto ha degradato vergognosamente tanta recente narrativa italiana. Ha ragione Cutrì nella presentazione parlando di versi “meandrici”, che “scavano rughe profonde nei solchi lasciati dalla vita”. Perché la poetessa-sciamana è iniziata alla poesia con tutta sé stessa: “Non penso. Non serve pensare/ al mio corpo, che sento estraneo. / Le gambe mimano parole sconnesse./ Le mani gesticolano suoni di legno/ sul seno (...)”. Si capisce: una vasta e complessa esperienza di vita vortica dietro il dettato, ma a colpirci è il suo tramutarsi in canto – canto di visioni versicolori – anche quando “L’ombra scende lentamente sulla/ polvere che mi esce dalla gola.”
Allora quando, quando è davvero sciamana una poetessa di tutto rispetto come la Fiorentini? Quando affronta l’inesprimibile – dalla poesia eponima a tale dimensione:
“Inesprimibile è il segreto/ che celo nell’anima dal tempo/ antico (...)”
Il mistero della Fiorentini è in questo immolarsi ai segreti della Storia – ben oltre il riverbero del proprio drammatizzante vissuto – un alone di magica purezza che rende questo suo libro, come capita raramente, di davvero rasserenante lettura.
[Marco Tornar]
SCIAMANA
Tabula fati, Chieti 2012
pp. 64, Euro 7, 00
Son mossi da soavissimo afflato, i versi di Sciamana. La poetessa Fiorentini – anche autrice di prose tanto originali quanto legittimate da un criterio di ricerca – ha l’indubbio merito di proporre una versificazione derivata dalla più schietta e “calda” tradizione italiana. Se da un lato l’io rammemorante è femminile, come poteva esserlo quello delle grandi rimatrici del nostro Cinquecento – ovvero una percezione non dimidiata, senz’alcuna concessione al sentimentalismo – dall’altro un maestro dell’ultimo Novecento italiano sembra la figura peculiare a tratti emergente sullo sfondo.
Consapevole o meno della lezione del mai troppo compianto Dario Bellezza, la Fiorentini scandisce con ritmo serrato un’evocazione che passa attraverso un sanguinante cuore, ma non rinuncia a una severa compostezza formale per rimediare ai necessari ostacoli della metrica perduta. La grinta del pasoliniano e romano Bellezza – ma senza dannazione. Oppure, se dannazione sussiste, è in “gocce rapprese d’aurora.” D’altra parte, come apprendiamo in “Musica”: “Acute sono le note, che/ vibrano nell’anima.”
Con grazia antica la poetessa incastona periodi netti e brevi enucleanti le fibrillazioni del suo “sentire” – quello stesso procedere per minimi sbalzi che all’opposto ha degradato vergognosamente tanta recente narrativa italiana. Ha ragione Cutrì nella presentazione parlando di versi “meandrici”, che “scavano rughe profonde nei solchi lasciati dalla vita”. Perché la poetessa-sciamana è iniziata alla poesia con tutta sé stessa: “Non penso. Non serve pensare/ al mio corpo, che sento estraneo. / Le gambe mimano parole sconnesse./ Le mani gesticolano suoni di legno/ sul seno (...)”. Si capisce: una vasta e complessa esperienza di vita vortica dietro il dettato, ma a colpirci è il suo tramutarsi in canto – canto di visioni versicolori – anche quando “L’ombra scende lentamente sulla/ polvere che mi esce dalla gola.”
Allora quando, quando è davvero sciamana una poetessa di tutto rispetto come la Fiorentini? Quando affronta l’inesprimibile – dalla poesia eponima a tale dimensione:
“Inesprimibile è il segreto/ che celo nell’anima dal tempo/ antico (...)”
Il mistero della Fiorentini è in questo immolarsi ai segreti della Storia – ben oltre il riverbero del proprio drammatizzante vissuto – un alone di magica purezza che rende questo suo libro, come capita raramente, di davvero rasserenante lettura.
[Marco Tornar]
martedì 28 maggio 2013
lunedì 27 maggio 2013
Presentazione: LETTERE D'AMORE DALLO ZODIACO di Rita La Rovere (Pescara, giovedì 30 maggio - ore 18:00)

Rita La Rovere presenterà il suo ultimo libro "Lettere d'amore dallo zodiaco" (Edizioni Tabula fati).
Interverranno Giancarlo Zappacosta, Cristina Mosca e l'editore Marco Solfanelli.
Libreria QUI ABRUZZO
viale Edmondo De Amicis n. 1/5
65123 Pescara
085 205 8245
Scheda del libro:
All'appassionata Arietessa
alla sensibile Toro
alla caleidoscopica Gemelli
alla romantica Cancro
all'orgogliosa Leonessa
alla complicata Vergine
all'equilibrata Bilancia
alla misteriosa Scorpione
all'irrequieta Sagittario
all'ambiziosa Capricorno
alla fascinosa Aquario
alla trasognata Pesci...
Dodici lettere, ma in fondo una sola lettera d'amore, eco dello Zodiaco, enigmatico teatro della memoria.
Dodici profili di donne evocate da voci maschili nel desiderio di conquistare o riconquistare l'amata.
Parole, parole, parole!
Noi donne ne abbiamo bisogno e aspettiamo.
Aspettiamo alla finestra della vita, senza che mai si insinui il dubbio: il kafkiano messaggio dell'imperatore potrebbe non giungere mai a destinazione.
Illusione, fantasia, sogno?
E intanto, tutto questo lo chiamiamo Amore.
Perché non le scrivi una lettera d'amore?
Sicuramente riusciresti a sorprenderla.
Ogni donna sogna di riceverne una.
Lunga o breve poco importa, non rimandare.
Fermati ad ascoltare i segreti delle sue stelle...
Hai trovato le parole che desideravi?
Le hai riconosciute subito!
Certo, erano lì, ricamate sul tuo cuore, da sempre.
Ora non resta che sigillarle con un bacio.
Rita La Rovere, Aquario con Luna Leone, è laureata in Storia Medievale presso la Facoltà di Lettere Moderne Università degli Studi de L’Aquila. Studiosa di Astrologia, ha collaborato con "Astrodonna", "Il Messaggero", "Il Tempo", "Il Segnaposto", "Capri-Vip", "Radio 103", "Centax-Telecom", "Vario", "Telemare" e "Uvarte 93".
Vincitrice del concorso “Voci nuove in Astrologia” promosso da "Astra-Corriere della Sera", con “Abruzzo sotto il segno della Vergine”. Per "La Voce" di Indro Montanelli ha redatto “Stelle di pillole, previsioni quotidiane”. Con il racconto "Un’ora con te", ha vinto il XXXIII Premio Teramo dedicato a Mario Pomilio.
È stata delegata per Pescara del CIDA (Centro Italiano di Discipline Astrologiche), al cui albo professionale è iscritta dalla sua fondazione.
Ha pubblicato: "Sotto il cielo di Capri. Personaggi luoghi e simboli dello Zodiaco" (La Conchiglia, Capri), "Lettere d'amore dallo zodiaco" (Tabula fati, Chieti) e "Un'ora con te" (Tabula fati, Chieti).
Vive a Chieti e, oltre a svolgere l’attività di giornalista, organizza corsi di formazione, incontri e seminari astrologici.
Rita La Rovere
LETTERE D'AMORE DALLO ZODIACO
Illustrazioni di Francesco Musante
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-215-7]
Pag. 136 - 14 ill. a colori - € 15,00
http://www.edizionitabulafati.it/letteredamorezodiaco.htm
lunedì 29 aprile 2013
Presentazione: OMBRA E IL VECCHIO di Gianni Tacconelli (Chieti, Domenica 5 Maggio, ore 18:00)
Domenica 5 Maggio alle ore 18:00
presso la Libreria DE LUCA
Chieti - Via C. de Lollis n. 10
presentazione del libro di GIANNI TACCONELLI
OMBRA E IL VECCHIO
(Edizioni Tabula fati)
con l'Autore e l'editore Marco Solfanelli
interverranno Tommasa Gulotta, Sandra Matteucci e Arturo Bernava
Scheda del libro
Il romanzo è costituito da due storie parallele, una legata a una dimensione onirica, l'altra a una dimensione reale, che solo nel finale s’incontrano e permettono al lettore di connettere tutti i pezzi — o, se vogliamo, indizi — seminati nel corso della narrazione.
Un anticipo della storia reale è dato dal dialogo concitato con cui si apre il romanzo. Subito dopo, il lettore è catapultato nella dimensione onirica, il cui protagonista è Ombra, un'entità che lentamente prende coscienza di sé e di ciò che lo circonda.
Inizialmente, Ombra è connotato come un sogno che sogna se stesso: è puro e ingenuo come un bambino appena nato e, come fanno i bambini, si entusiasma per ogni piccola scoperta. Mentre osserva il buio in cui si trova immerso, Ombra vede una lucina: raggiungerla e scoprire di cosa si tratta diventa il suo obiettivo. Intraprende un viaggio che lo porterà alla scoperta di se stesso.
Gianni Tacconelli è nato nel 1970 a Chieti, dove vive tuttora con la sua famiglia. Innamorato della musica e dei racconti surreali, è autore di canzoni e poesie in cui rispecchia un’anima sensibile e tormentata da mille perché. Dalla sua attività lavorativa e dalla passione per i viaggi ha tratto spunto per creare le sue storie. "Ombra e il Vecchio" è il suo primo romanzo.
Gianni Tacconelli
OMBRA E IL VECCHIO
Presentazione di Sandra Matteucci
Copertina di Pellegrino Capobianco
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-318-5]
Pagg. 80 - € 8,00
http://www.edizionitabulafati.it/ombraeilvecchio.htm
domenica 28 aprile 2013
Presentazione della rivista ABRUZZOletterario (Pescara, Martedì 30 Aprile, ore 18:00)
Martedì 30 Aprile 2013, ore 18:00
presso la Libreria QUI ABRUZZO
(Viale Edmondo de Amicis n. 1/5 - PESCARA)
Presentazione dei primi 3 numeri della rivista
ABRUZZO letterario
Interverranno Arturo Bernava, Giancarlo Giuliani, Sandro Naglia,
Marco Tabellione, Marco Tornar e l'editore Marco Solfanelli
venerdì 26 aprile 2013
Presentazione: MORGANA di Gianni Totaro (Ortona, Domenica 28 aprile 2013 - ore 18:00)
Presentazione della raccolta poetica di Gianni Totaro
MORGANA
(Edizioni Tabula fati)
Domenica 28 aprile 2013 - ore 18:00
Libreria Mondadori
Corso Vittorio Emanuele 129
ORTONA
con l'Autore interverranno Anastasia Petruzziello e l'editore Marco Solfanelli
Letture di Rocco Poeta
Scheda del libro:
La lettura della silloge ci trasporta in un viaggio attraverso l'amore e il tempo, costanti dell'immaginario poetico, che attraverso la poesia vengono scandagliati e schiudono porte dalle quali filtra un sommerso che consente all'io lirico di individuare i suoi interlocutori privilegiati nella Natura e nella Donna, che sembrano a tratti sovrapporsi e identificarsi.
Il viaggio è accompagnato da un ritmo fluido e dolcemente musicale ottenuto dal gioco di una tessitura fonica che alla rima sostituisce le assonanze, misurate allitterazioni e ben distribuiti enjambement.
Accurato e ricercato il linguaggio che lascia trasparire una formazione classica arricchita da letture novecentesche e aperta a nuovi orizzonti che fanno eco con i tecnicismi, una precisione terminologica, sapientemente centellinata, che vuole evocare e creare suggestioni più che definire, il tutto condito da immagini analogiche e, comunque, fortemente contratte nonostante il lessico cristallino.
Gianni Totaro è nato ad Ortona (Ch), dove si è diplomato presso il Liceo Classico "F.P. Tosti". Laureato in Architettura, svolge la professione di architetto e docente di scuola superiore. Raccoglie in questa silloge le sue composizioni poetiche degli ultimi anni.
Gianni Totaro
MORGANA
Presentazione di Anastasia Petruzziello
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-309-3]
Pagg. 64 - Euro 7,00
http://www.edizionitabulafati.it/morgana.htm
martedì 16 aprile 2013
Presentazione: "Mann, Mahler, Visconti: Morte a Venezia" di Sandro Naglia (Libreria Libernauta, venerdì 19 aprile 2013 – ore 18:30)
Venerdì 19 aprile 2013 – ore 18:30
nella libreria LIBERNAUTA
(via Teramo 27 - PESCARA)
presentazione del volume
MANN, MAHLER, VISCONTI:
MORTE A VENEZIA
di Sandro Naglia
Edizioni IkonaLíber
incontro condotto da Giancarlo Giuliani
interverranno
Sandro Naglia, musicista e saggista
Fabrizio M. Rossi, direttore di IkonaLíber
Per informazioni:
Libreria Libernauta: 085 20.56.090
IkonaLíber: 06 86.32.96.53 http://www.ikonaliber.com
martedì 9 aprile 2013
“Incanti... poesia globale” : recital di Marco Tabellione (Pescara, venerdì 12 aprile 2013, ore 18.30)
Gesti, parole, immagini e suoni in un recital dal titolo
“Incanti... poesia globale”
Recita l’autore: Marco Tabellione
Venerdì 12 aprile 2013, ore 18.30
presso la sede di Nuova Acropoli
in via Trieste n. 125 a Pescara
ingresso libero
Venerdì 12 aprile, alle ore 18.30, l’associazione di cultura e volontariato Nuova Acropoli-Pescara propone il recital “Incanti... poesia globale” di Marco Tabellione, scrittore, docente, giornalista, che ha al suo attivo significativi riconoscimenti e premi.
L’ingresso è libero.
“Incanti... poesia globale” è un invito a trascorrere una serata all'insegna della poesia, immersi in una suggestiva atmosfera di suoni ed immagini che consentono all’ascoltatore di lasciarsi trasportare dal fluire dei versi.
I brani che verranno recitati sono tratti dalle raccolte di poesie, dai romanzi “Il riso dell’angelo” e “L’isola delle crisalidi” e da una serie di componimenti ancora inediti, che vanno sotto il titolo di “Il segreto delle stelle”. Inoltre saranno proiettate video-poesie scritte appositamente per essere integrate da immagini e musica.
Una performance capace da un lato di esaltare la poesia lineare, dall’altro di utilizzare a fini simbolici - fondamentali nell’arte poetica - non solo le parole, ma anche i suoni (melodie e rumori della natura) e le immagini, come commento sonoro e visivo agli stessi versi.
Le tematiche trattate esprimono, dice l’autore, “il lato buono della vita, la pienezza, la gioia, ciò che fa la bellezza di questo mondo, la felicità dell’esserci”.
Marco Tabellione, solo per ricordare i suoi ultimi lavori, nel 2009 scrive il romanzo L’isola delle crisalidi per le edizioni Runde Taarn, con il quale riceve numerosi riconoscimenti: nel 2010 vince il premio Zenone riservato alla narrativa, è risultato finalista al premio Lamerica, vince il premio speciale della giuria al premio De Lollis; nel 2011 vince il premio di poesia Spinea. Inoltre l’autore, nel 2012, è giunto secondo al premio “Liliana Bragaglia” con il racconto inedito La bottega del libraio.
Di sé l’autore dice: “Le poesie non giungono dalla mia parte razionale, è come se le avesse scritte un altro, l’altro che è in me. In effetti per me scrivere poesie non vuol dire usare la mente, neanche il cuore; è in realtà come se usassi il mio corpo, la mia naturalità, ecco perché dò così tanta importanza all’aspetto sensoriale e musicale, la poesia per me è un fatto fisico, che usa l’immaginazione solo per incarnarsi. Rimane comunque, dopo la prima stesura, un approfondito lavoro tecnico di lima a cui sottopongo quasi tutte le mie poesie.”
Per info: tel. 085.21.21.176, via Trieste n. 125 (angolo via Nicola Fabrizi) dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 21 pescara@nuovaacropoli.it - www.nuovaacropoli.it
lunedì 11 marzo 2013
lunedì 18 febbraio 2013
Presentazione: ABRUZZOletterario n. 3 (Pescara, mercoledì 20 febbraio, ore 18:00)
Mercoledì 20 Febbraio, ore 18:00
presso la Libreria LIBERNAUTA
(Via Teramo n. 27 - PESCARA)
Presentazione del terzo numero della rivista
ABRUZZOletterario
Interverranno Arturo Bernava, Giancarlo Giuliani, Sandro Naglia, Marco Tabellione, Marco Tornar e l'editore Marco Solfanelli
Sommario del n. 3
FOTOGRAFIE. Ricordo di Umberto Timmonieri (di Arturo Bernava)
LETTURA E ANALISI DELLA MUSICALITÀ in “La pioggia nel pineto” di Gabriele D’Annunzio (di Marco Tabellione)
Interviste: SANDRO VISCA (a cura di Marco Tornar)
Narrativa: LA SCINTILLA DIVINA. 22 MAGGIO 1813 - 22 MAGGIO 1913 (di Clare Benedict)
CONRAD FERDINAND MEYER: LA TENTAZIONE DEL MARCHESE DI PESCARA (di Sandro Naglia)
Narrativa: LA TENTAZIONE DEL MARCHESE DI PESCARA (di Conrad Ferdinand Meyer)
Narrativa: UNA GIORNATA BUONA (di Vito Moretti)
Narrativa: PARLANDO DI ME (di Erminio Cavalli)
UNA COLPEVOLE DIMENTICANZA: PIETRO DI DONATO (di Giacomo D’Angelo)
Leggende: SAN CRISTOFORO (di Nicoletta Travaglini)
Sei pagine dedicate alle recensoni e 2 alla poesia
http://www.abruzzoletterario.blogspot.it/
sabato 12 gennaio 2013
Recensione: PATMOS di Pina Allegrini (Edizioni Noubs)
È una voce sferzata dal dolore e dal tempo quella aleggiante nel libro di versi di Pina Allegrini ispirato all’isola del Dodecaneso dove intorno al 95 d.C. Giovanni l’Evangelista patì l’esilio. All’impoverimento progressivo della forma poetica italiana dopo l’abbandono del verso metrico – che ha trovato come improbabile surrogato il cosiddetto verso interiore – solo pochissimi autori sono in grado di sopperire con la verticalità di un respiro lungo – per così dire incrociante il fantasma dell’endecasillabo perduto. La Allegrini è certamente tra questi – oltre che insigne signora della letteratura d’Abruzzo, con la Ventura, la Giancarli e pochissime altre, è insieme alla veneta Patrizia Valduga “tra le più significative altezze della poesia italiana di questi anni”, scrive a ragione, come spesso gli capita, Pamio, autore con la Bonincontro, la Rando e un raffinato poeta come Marciani di densi scritti in appendice.
“L’astuzia perfetta e vincolante / di quest’isola su cui solo t’invoco / ombra di un’ombra morte di una morte”, grida metricamente Giovanni, nel compimento mistico della sua esperienza terrena formalizzato dall’autrice in una forma scabra, dove la spezzatura del ritmo è lo spasimo di una sequela, di un percorso ben oltre la conoscenza. Da noi in pochi ma eccelsi casi si è verificato un incontro tra il verso e la ricerca spirituale – e forse quella di Testori è su tutte l’esperienza più sconvolgente. Dell’autore di Interrogatorio a Maria la Allegrini riprende – segno o piuttosto bagliore di una difficile tradizione nazionale? – la consistenza fortemente materica della scena, arida di deserti geografici e d’anima, imponendovi trafitture lancinanti tutte personali, come nella mirabile invocazione di Giovanni all’omonimo Precursore: “mio riflesso / mio nome, scorpione occulto, insonne / bilanciere tra il veleno e la fiamma / dentro il fulgore del sole c’è la neve”.
Di amabile e al contempo drammatica lettura, Patmos riscopre la religiosità di una parola confitta nel cuore palpitante della Storia, dove mistero e miracolo possono sgorgare ancora, anche davanti a opacizzati occhi contemporanei. E fa piacere sottolineare come nel tempo di uno pseudo-poetico panorama di massa – così ridondante di narcisismi futili – una voce femminile italiana vibri con la potenza del vero sentire – dimentica di sé, tesa all’ascolto di “tramonti che sigillano o spalancano visioni”.
Marco Tornar
Pina Allegrini
PATMOS
Noubs, 2009
pp. 64, Euro 10,00
“L’astuzia perfetta e vincolante / di quest’isola su cui solo t’invoco / ombra di un’ombra morte di una morte”, grida metricamente Giovanni, nel compimento mistico della sua esperienza terrena formalizzato dall’autrice in una forma scabra, dove la spezzatura del ritmo è lo spasimo di una sequela, di un percorso ben oltre la conoscenza. Da noi in pochi ma eccelsi casi si è verificato un incontro tra il verso e la ricerca spirituale – e forse quella di Testori è su tutte l’esperienza più sconvolgente. Dell’autore di Interrogatorio a Maria la Allegrini riprende – segno o piuttosto bagliore di una difficile tradizione nazionale? – la consistenza fortemente materica della scena, arida di deserti geografici e d’anima, imponendovi trafitture lancinanti tutte personali, come nella mirabile invocazione di Giovanni all’omonimo Precursore: “mio riflesso / mio nome, scorpione occulto, insonne / bilanciere tra il veleno e la fiamma / dentro il fulgore del sole c’è la neve”.
Di amabile e al contempo drammatica lettura, Patmos riscopre la religiosità di una parola confitta nel cuore palpitante della Storia, dove mistero e miracolo possono sgorgare ancora, anche davanti a opacizzati occhi contemporanei. E fa piacere sottolineare come nel tempo di uno pseudo-poetico panorama di massa – così ridondante di narcisismi futili – una voce femminile italiana vibri con la potenza del vero sentire – dimentica di sé, tesa all’ascolto di “tramonti che sigillano o spalancano visioni”.
Marco Tornar
Pina Allegrini
PATMOS
Noubs, 2009
pp. 64, Euro 10,00
venerdì 11 gennaio 2013
Recensione: RICORDI DI PARIGI di Edmondo De Amicis (Edizioni Solfanelli)
Edmondo De Amicis (1846-1908) è un autore oggi ricordato quasi esclusivamente per Cuore, opera che riscosse uno straordinario successo fino alla prima metà del Novecento, per essere successivamente sempre più spesso fatta oggetto di riserve e perplessità, dapprima rispetto al contenuto ideologico, e poi anche riguardo al suo effettivo valore letterario.
Ma De Amicis fu anche un celebre giornalista, inviato de “La Nazione” e de “L’Illustrazione Italiana”, e in questa veste pubblicò molti reportages di viaggio poi riuniti in volume: da Spagna (1871 e 1873) a Ricordi di Londra (1874), da Olanda (1874) a Marocco (1876), fino ad arrivare a In America (1897) e Ricordi di un viaggio in Sicilia (1908).
Ricordi di Parigi fu frutto di due diversi soggiorni, effettuati nel 1873 e 1878, in seguito ai quali il libro uscì per l’editore Treves dapprima nel 1875 e successivamente, accresciuto, nel 1879 (ed è l’edizione che oggi viene riproposta da Solfanelli). Diviso in cinque capitoli, presenta tra l’altro il reportage fatto da De Amicis dall’Esposizione Universale del 1878, nonché gli incontri avuti con Victor Hugo e Émile Zola.
Folgorante già l’inizio del libro: “Siamo discesi alla stazione della strada ferrata di Lione, alle otto della mattina, con un tempo bellissimo. E ci trovammo subito imbarazzati. Avevamo letto nei giornali che i fiaccherai di Parigi spingevano le loro pretese fino al punto di non voler più trasportare persone grasse. Io feci osservare al Giacosa che noi due eravamo fatti apposta per provocare e giustificare un rifiuto sdegnoso del più cortese dei fiaccherai. Egli s’impensierì, io pure. Avevamo indosso, per giunta, due spolverine che c’ingrossavano spietatamente. Come fare? Non c’era che da tentare di produrre un po’ d’illusione avvicinandosi a una carrozza a passo di contraddanza e interpellando l’uomo con una voce in falsetto. Il tentativo riuscì. Il fiaccheraio ci rivolse uno sguardo inquieto, ma ci lasciò salire”.
Siamo decisamente molto lontani dalle atmosfere cui siamo abituati a collegare l’aggettivo “deamicisiano”... La descrizione della metropoli in piena attività è scintillante, caleidoscopica, travolgente. Febbrile come ottant’anni anni dopo saprà esserlo il montaggio cinematografico in alcuni film underground che rappresenteranno l’universo di grandi città inglesi o statunitensi. “Ah Parigi! Maledetta e cara Parigi! Sirena sfrontata! È proprio dunque una verità che bisogna fuggirti come una furia o adorarti come una dea?”.
Il resoconto della visita all’Esposizione pure presenta momenti memorabili, spesso descritti con icasticità sospesa sul filo dell’ironia: “Uno spettacolo unico al mondo, veramente; immenso, splendido e bruttino, che innamora. [...] Sì, è un po’ una cosa da teatrino, ma bella; un grazioso scherzo combinato da venti popoli, ingegnosamente; mezzo mondo veduto di scorcio; la via d’una grande città di là da venire, in un tempo di fratellanza universale, quando saranno sparite le patrie. A primo aspetto non sembra che una splendida bizzarria, e si pensa che il mondo ha avuto un quarto d’ora di buon umore. [...] Ma dopo [...] lo spettacolo muta significato. Allora da ognuna di quelle facciate esce un’idea, l’espressione di un sentimento diverso della vita, e come un soffio d’aria d’un altro cielo e d’un altro secolo [...] porta il suono di musiche lontane, piene di pensieri e di memorie.”
La scrittura di De Amicis è una bellissima “scrittura di viaggio”. Ma è nondimeno affascinante il resoconto degli incontri con i due grandi scrittori francesi. Colpisce la deferenza e l’entusiastica ammirazione con cui De Amicis si accosta al “mostro sacro” Victor Hugo, e ci si ricorda improvvisamente che all’epoca l’autore non aveva più di 32 anni — si assapora ancor più, quindi, la mirabile e a tratti esilarante descrizione dell’incontro di un ancor giovane scrittore (il travolgente successo di Cuore arriverà nel 1886) con il proprio “mito”.
Scrive De Amicis dello stile di Hugo: “Nello stesso tempo dolce e tremendo, fantastico e profondo, insensato e sublime, egli mette accanto a una stramberia rettorica che rivolta, la rivelazione d’una grande verità che fa dare un grido di stupore. [...] Dalla prima all’ultima pagina è sempre presente, e ci fa della lettura una lotta. Ci caccia innanzi a spintoni, ci solleva, ci stramazza, ci rialza, ci scrolla, ci umilia, ci travolge nella sua fuga precipitosa, senza dar segno d’avvedersi che noi esistiamo”; bellissime poi le pagine in cui De Amicis discetta sulla “coscienza del proprio genio” da parte dello scrittore francese — ma il tutto viene poi stemperato nell’incontro reale, umano, con l’autore de I miserabili.
D’altra parte, il ritratto letterario di Zola ben rende — “in presa diretta” — l’impressione destata, e l’importanza che rivestiva il naturalismo (ma giustamente De Amicis parla di “realismo”) dello scrittore francese agli occhi dei suoi contemporanei, sia a livello stilistico che di tematica: “Egli ha buttato in aria con un calcio tutti i vasetti della toeletta letteraria e ha lavato con uno strofinaccio di tela greggia la faccia imbellettata della Verità”.
Al di là dell’“aneddotica” (piacevolissima) legata agli incontri, si tratta di veri e propri studi critici su questi due autori, acutissimi da parte dell’autore e impreziositi ovviamente dalle testimonianze degli autori stessi. Valga come esempio quanto dice Zola a proposito del suo modo di procedere nella scrittura di un romanzo: “Ecco, come faccio il romanzo. Non lo faccio affatto. Lascio che si faccia da sé. Io non so inventare dei fatti; mi manca assolutamente questo genere di immaginazione. Se mi metto a tavolino per cercare un intreccio [...] sto anche lì tre giorni a stillarmi il cervello [...] e non riesco a nulla. Perciò ho preso la risoluzione di non occuparmi mai del soggetto. Comincio a lavorare al mio romanzo, senza sapere né che avvenimenti vi si svolgeranno, né che personaggi vi avranno parte, né quale sarà il principio e la fine. Conosco soltanto il mio protagonista, [...] che è una conoscenza antica”.
Il che suona, peraltro, di straordinaria modernità.
Sandro Naglia
Edmondo De Amicis
RICORDI DI PARIGI
a cura di Maria Lucia Zito
Solfanelli, 2012
pp. 184 - Euro 14,00
martedì 8 gennaio 2013
Recensione: LA STANZA BUIA di Leonard Cline (Edizioni Solfanelli)
Una interessante riscoperta, questa di Leonard Cline: scrittore, traduttore e giornalista americano nato nel 1893, autore di due raccolte di poesie e tre romanzi, tra i quali The Dark Chamber, apparso nell’agosto del 1927, un mese prima che l’autore venisse condannato a un anno di carcere per l’omicidio di un amico che lo aveva aggredito durante una lite. Cline, nel periodo di detenzione, scrisse anche sotto lo pseudonimo di Alan Forsyth; rilasciato nel luglio del 1928, fu trovato morto sei mesi dopo nel suo appartamento di New York.
Autore colto, coltissimo, aggiornato sui maggiori scrittori suoi contemporanei (cita Eliot e Hamsun, tra gli altri), con competenze musicali straordinarie (il protagonista/io narrante del romanzo è un musicista, e le pagine sulla musica sono di grande profondità e sensibilità), capace di una prosa nello stesso tempo scorrevole e immaginifica, che da un’elegante asciuttezza riesce a passare senza soluzione di continuità a un lirismo di marca quasi fitzgeraldiana (l’incipit del romanzo: “Ieri era ancora estate in città, una fine estate stanca ed estenuata, con una vaga tristezza nell’aria che si trascinava come una vecchia gonna in fondo a un fossato”) — Cline inserisce nella migliore tradizione narrativa del romanzo “gotico” (The Dark Chamber fu particolarmente apprezzato da Lovecraft, tra gli altri) meccanismi da “giallo” con tocchi di horror, chiaramente ispirandosi a Poe.
Ma colpiscono, nel contesto della trama che ha a che fare col recupero memoriale, più di un passaggio di chiara ispirazione proustiana (“Così un odore può richiamare un altro odore collegato a un’immagine mnemonica ed evocarla nella sua interezza. Il velo si solleva per un istante, la polvere torna ad assumere le fattezze antiche, nel presente si apre uno squarcio da cui si può scorgere il passato nella sua vivida bellezza”: p. 29 — la settima e ultima parte della Recherche fu peraltro pubblicata proprio nel 1927), come pure inserti di matrice psicoanalitica (junghiana più che freudiana — Eugen Bleuler, uno dei maestri di Jung, viene citato nel libro) che confermano ulteriormente l’attenta partecipazione dell’autore alle più feconde tendenze culturali del suo tempo.
Ottime traduzione, presentazione e curatela del volume da parte di Fabrizio Sandrelli.
Sandro Naglia
Leonard Cline
LA STANZA BUIA
Traduzione e cura di Fabrizio Sandrelli
Solfanelli, Chieti, 2012
pp. 200 - Euro 15,00
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