Nell’accostarci ad una sorta di mostro sacro della nostra letteratura contemporanea, non possiamo nascondere una sorta di timore reverenziale. È un dilemma molto forte quello che ci troviamo a dipanare. Da un lato la voglia di dare voce alla nostra sensibilità, accarezzata e deliziata dalle sapienti parole che Vito Moretti ci regala con la sua nuova opera, Luoghi (Tabula Fati, Chieti 2011), dall’altro la paura di apparire inadeguati e inadatti. Un timore reso ancora più cocente dal confronto con i curatori delle note critiche apparse in testa ed in calce all’opera citata.
È Daniele Maria Pegorari, all’inizio di questo percorso, che ci introduce al mondo letterario dell’autore, quasi fosse, appunto, un percorso, da compiere però in punta di piedi, con un pizzico di velata nostalgia. Ripercorre le tappe fondamentali del suo vivere la letteratura, lo incontra per noi nei luoghi della sua vita, che è sua, ma che in qualche modo ci appartiene. Perché Pegorari, con illuminata sensibilità, ci svela un Moretti cantore della propria storia, ma magicamente proiettato in quella dell’intera comunità, la nostra, quella dell’uomo.
Ancora luoghi, quelli visitati dall’altro relatore in calce al libro, Giacomo D’Angelo. Luoghi della memoria di un secolo, il Novecento, che non è ancora finito, almeno a livello letterario. È D’Angelo, con la cultura che lo contraddistingue e lo eleva a voce tra le più autorevoli della critica abruzzese e nazionale, ad accostare Moretti ai grandi della letteratura mondiale del Novecento. E quando diciamo “grandi”, non intendiamo per forza i più famosi o i più osannati dalla critica, anzi! Il commento a Luoghi di Moretti diventa spunto di riflessione e permette di riappropriarsi di una poesia spesso dimenticata, in alcuni casi addirittura celata. Grazie a Moretti, questi luoghi tornano a far sentire la propria voce a volte dissonata, dissacrata, ma anche arsa da incontenibile passione.
Una voce che è voce dell'anima, voce che riempie gli spazi del cuore e li mena raminghi per le strade del mondo. Perché è proprio il “mondo” il protagonista di questo libro di poesie. Poesie che elevano la nostra anima di viaggiatori e ne diventano strumento di indagine e di conoscenza, come dice il già citato Giacomo D’Angelo.
In un mondo in cui la globalizzazione sta diventando sempre più il protagonista assoluto degli schemi organizzativi, Moretti si pone in antitesi all’omologazione dilagante. Riafferma l’identità perduta dei luoghi della memoria, esalta il valore intrinseco e mai perso delle proprie radici, delle dimore del cuore. Ma in qualche modo elabora ed evolve questo concetto, quando a Odessa afferma che “Un uomo ha terra ovunque…”. Ci apre un abisso questa nuova opera di Moretti, ancor più sublime e preziosa in quanto portatrice di domande esistenziali che accompagnano la magia dei nostri luoghi più intimi. E se è vero ciò che dice il poeta, nella splendida dedica al Sud, che “La verità abita i dubbi e li annuncia…”, allora in verità, possiamo affermare senza timore di errore che ci troviamo di fronte ad un’opera imperdibile.
Parola di lettore professionista.
Arturo Bernava
Vito Moretti
Luoghi
Edizioni Tabula fati
Chieti 2011
p. 120 - € 10,00
[978-88-7475-210-2]
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