venerdì 14 settembre 2012

Recensione: AZZURRI DI MARE E VELE ERRABONDE a cura di Lucio D'Arcangelo (Edizioni Solfanelli)


“Breve antologia della narrativa pescarese (1887-1987)” recita il sottotitolo di questo volume curato da Lucio D’Arcangelo. Le date di riferimento indicano il lasso di tempo che va dalla pubblicazione del romanzo storico La tentazione del Pescara di Conrad Ferdinand Meyer, uno dei grandi narratori in lingua tedesca dell’Ottocento [sul quale — ed è pura coincidenza — cfr. il saggio redatto da chi scrive, pubblicato su questo stesso numero di “Abruzzo Letterario”], alla raccolta di racconti Via del Procacciolo di Aldo Grossi.
 Un secolo di storia e di letteratura, durante il quale la città di Pescara si è evoluta da borgo di pescatori a moderna piccola metropoli — da “città western, nata su un tronco di ferrovia”, come la descrisse Guido Piovene negli anni Cinquanta, a “piccola Dallas”, come pure è stata definita da qualcuno.
Un secolo che ha visto ovviamente la presenza delle due grandi figure di riferimento della letteratura “pescarese”: D’Annunzio e Flaiano, anche se quest’ultimo — come ricorda D’Arcangelo nella Presentazione del volume — nelle sue opere parlò espressamente di Pescara solo in un caso: nell’annotazione “Traccia di autobiografia”, inclusa appunto in quest’antologia (forse dovrebbero ricordarsene coloro che in tutti questi anni hanno fondato un business culturale sulla presunta “pescaresità” del “povero Flaiano”, come spesso amano definirlo). Pescara è in realtà citata (ma solo citata) anche in un progetto incompiuto di Flaiano, un racconto sulla vita del “Messia d’Abruzzo” don Oreste De Amicis, ambientato nell’entroterra pescarese e teatino dell’Ottocento (ora incluso in Autobiografia del Blu di Prussia, Adelphi, Milano, 2003); semmai il ricordo della dimensione di vita provinciale emerge, nell’autore, nelle collaborazioni cinematografiche, a partire dalle sceneggiature per Fellini.
Di Gabriele D’Annunzio viene inclusa in questo libro “La Contessa d’Amalfi”, una delle Novelle della Pescara (pubblicate con questo titolo nel 1902, ma scritte nel ventennio precedente), dall’andamento “cinematografico ante-litteram”, come sottolinea giustamente D’Arcangelo: del resto D’Annunzio avrebbe nel 1913 collaborato alla realizzazione di uno dei capolavori della storia del cinema — Cabiria di Giovanni Pastrone —, ed è interessante che da un’altra delle Novelle della Pescara, “La morte del Duca d’Ofena” , pure sarebbe stato tratto un film nel 1916.
Un po’ a pendant del racconto dannunziano, segue “La ghirlanda” di Vincenzo Bucci (1903), una rarità pubblicata originalmente su “L’Illustrazione Abruzzese”, poi edita in volume nel 1920. Sono evidenti i legami con le Novelle dannunziane (anche proprio con “La Contessa d’Amalfi”, per certi aspetti), e il Bucci — di cui non si conoscono altri racconti — si presenta come uno tra i primi autori che avrebbero coniugato il nascente “dannunzianesimo” al retaggio un po’ kitsch del feuilleton che ebbe come elementi di spicco scrittori quali Carolina Invernizio (mi permetto anche di chiosare che il Bucci cade in uno svarione clamoroso attribuendo una famosa aria mozartiana de Le Nozze di Figaro al Don Giovanni, fraintendendone peraltro il significato: cfr. pp. 61 e 77).
Più interessante il recupero di un grazioso racconto di Luigi Antonelli, autore legato a Pescara anche se nativo di Castilenti: “La piccola sirena”, scritto con uno stile un po’ da “realismo magico” collegabile alle sue più famose opere teatrali. Bisogna dire che — per quanto schiacciato, in ambito “pescarese”, dalle figure di D’Annunzio e Flaiano — Antonelli è un autore che andrebbe sicuramente approfondito, ricordando anche che la sua commedia L’uomo che incontrò se stesso (1919) fu uno dei capolavori del cosiddetto “teatro grottesco” che nei primi decenni del Novecento tentò un rinnovamento della scena “borghese”, ormai dominata da un realismo un po’ stantio. Lo stesso Luigi Pirandello, nel 1934, avrebbe curato la regia di un’altra commedia di Antonelli: Il Maestro.

Sandro Naglia


Lucio D’Arcangelo (a cura)
AZZURRI DI MARE
E VELE ERRABONDE
Solfanelli, 2012
pp. 136 - Euro 12,00

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