sabato 26 maggio 2012

Recensioni a 2 edizioni di IkonaLiber


Jean de La Fontaine / Emilio De Marchi
TROIS FABLES
IkonaLíber, Francavilla al Mare-Roma, 2012

Dante Alighieri / George Gordon Byron
FRANCESCA DA RIMINI
IkonaLíber, Francavilla al Mare-Roma, 2012


   A proposito di bibliofilia: la casa editrice IkonaLíber — nata quest’anno in concomitanza col venticinquennale d’attività dello Studio Grafico Ikona con sedi a Francavilla al Mare e Roma — dopo aver inaugurato le sue pubblicazioni con due collane di libri elettronici (“Le forme del linguaggio” e “Movimenti del suono”), propone ora una terza collana molto particolare.
   Quasi a totale contrasto con la produzione di e-books, si tratta qui di piccole plaquettes in pochi esemplari numerati, realizzate artigianalmente su carta pregiata e ulteriormente impreziosite, oltre che dalla grafica elegantissima, da fotografie originali anch’esse in tiratura limitata. Peculiarità dei testi: l’essere traduzioni “d’autore” di classici di diverse epoche (donde il nome della collana: “Janus”).
   I primi due lavori editi in questa collana sono Trois fables di Jean de La Fontaine tradotte da Emilio De Marchi, e Francesca da Rimini, traduzione di George Gordon Byron dell’episodio del V Canto dell’Inferno dantesco. Entrambe le plaquettes sono in 35 esemplari con una foto originale di Fabrizio M. Rossi.
   La traduzione del frammento dantesco, realizzata da Byron nel 1820, è probabilmente una delle traduzioni poetiche più vicine alla perfezione della storia della Letteratura, e non solo dal punto di vista tecnico. In terza rima come nell’originale, i versi tradotti praticamente in maniera letterale, e tuttavia con un ritmo poetico (byroniano) che si sovrappone seppure in maniera molto discreta a quello dantesco: potrebbe essere studiata come un manuale della traduzione, considerando oltretutto la profonda diversità fonica e grammaticale dell’inglese e dell’italiano.
   La traduzione di tre favole di La Fontaine fatta da Emilio De Marchi (l’autore di Demetrio Pianelli) percorre invece una strada opposta e complementare a quella di Byron: per essere in grado di giocare con coerenza il gioco dell’autore, il traduttore “tradisce” a volte la lettera del testo, a favore di un equivalente linguistico e poetico che salvaguardi il senso profondo dell’originale (straordinaria, in particolare, la resa de L’uomo e la sua immagine).
   Nel panorama dell’editoria italiana, il riferimento d’obbligo per questa collana di IkonaLíber è sicuramente Pulcinoelefante, la casa editrice di Alberto Casiraghi che pubblica una plaquette quasi ogni giorno, ancora con la stampa a caratteri mobili. Pochissimi esemplari peraltro fuori commercio: un mito per i bibliofili. Auguriamo a IkonaLíber la stessa fortuna per un’iniziativa che afferma in maniera sublime la fede nella qualità e nel valore insostituibile della carta stampata, in un’epoca che sembra tendere invece a volerla svilire a tutti i costi.

Sandro Naglia

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