giovedì 12 luglio 2012

EDITORIA: ABRUZZO LETTERARIO, L'ALTA CULTURA COMPRENSIBILE (di Erminio Cavalli)

Sta per uscire il secondo numero di Abruzzo Letterario, “una rivista di arte, folklore e musica”. Così recita il suo sottotitolo: ma c’è dell’altro. Tant’altro ancora.

Stiamo parlando di un progetto editoriale davvero ricco e interessante, rivolto soprattutto a chi ama leggere, ma anche a chi ha passione per la scrittura. E magari non trova ancora l’occasione, il “coraggio” di proporsi.

La rivista è pubblicata da Tabula Fati, grazie ad un’idea del suo direttore Marco Solfanelli, da pochi giorni nuovo Presidente dell'Associazione Editori Abruzzesi.

AbruzzoWeb ne ha parlato con lui.

Come nasce l’idea di Abruzzo Letterario?

Da una delusione. Dalla scoperta che una recente iniziativa editoriale settimanale si limitava a riservare uno spazio davvero irrisorio alle pubblicazioni letterarie di carattere regionale. Ritenevo fosse giusto e interessante pubblicare una rivista che si dedicasse prevalentemente a una produzione letteraria abruzzese e a una valorizzazione culturale del nostro patrimonio di uomini e di idee.

La sua rivista si rivolge a un pubblico specifico?

Abruzzo Letterario non è una rivista elitaria. Tutt’altro. L’intento è quello di rivolgersi a chiunque. Per questo abbiamo scelto di dare molta importanza alla semplicità di lettura, anche per favorire e stimolare l’approccio verso questo tipo di realtà. I nostri articoli ideali sono infatti quelli intelligenti ma che possano al contempo risultare fruibili da chiunque.
Una lettura alta ma comprensibile.

A guardare la copertina e il volto di Flaiano balza agli occhi un certo gusto retrò. Una scelta voluta?

Sì, decisamente. Mi sono ispirato al Conciliatore, una rivista a me cara. Sull’illustrazione della copertina verrà pubblicato ogni volta un autore diverso, insieme alla sua città di riferimento. Stavolta volevo che fosse Ennio Flaiano il simbolo della nostra identità.

La veste grafica potrebbe trarre in inganno. Si tratta in realtà di una rivista che sorride al passato, ma per guardare al futuro. Mi sembra molto underground. Non è così?

Penso di sì. Tanto per capirci, ho voluto fortemente che non ci fosse nessuna pubblicità per Abruzzo Letterario. Il mio più grande desiderio è che questa iniziativa possa crescere nell’ombra, diffondersi quasi come un fiume carsico. In questo senso possiamo definirla underground. Deve avere una certo sapore misterioso, deve lasciarsi scovare.

Tra Abruzzo Letterario e altre riviste più o meno diffuse nel nostro contesto esiste una sostanziale differenza?

Non credo. Esistono molte realtà interessanti nella nostra regione, ma non riescono ad avere una voce. La mia rivista non vuole essere diversa da queste, né ha l’ambizione di essere migliore. Semplicemente, è una voce in più, che spero possa avere il suo successo.

Chi scrive per la sua rivista?

Sono per il momento amici, appassionati di letteratura, di certo tutti rigorosamente al di fuori degli establishment culturali. Lo scopo è anche quello di recuperare vecchi scrittori ormai scomparsi e affiancarli ad autori moderni. Nostro fiore all’occhiello è il giornalista Giacomo D’Angelo, un professionista di grande esperienza. Nella mia rivista lui ha il compito di uscire dal politicamente corretto. Grazie al suo prezioso contributo, vogliamo dare risalto ad una voce decisamente controcorrente.

Abruzzo Letterario contiene saggi storici, poesie, racconti, ma anche illustrazioni, testi visivi. Di tutto di più. Ma c’è una sezione che le sta particolarmente a cuore?

La rubrica sulle recensioni librarie perché ci sono tantissimi autori abruzzesi che meritano di essere scoperti. Questa rivista è dedicata a loro, anche a chi non trova particolari motivazioni a scrivere, a farsi conoscere. Dobbiamo tutti avere coraggio ed entusiasmo. E fidarci delle nostre potenzialità. Anche se purtroppo qualcuno sembra ignorarci.

A chi si riferisce in particolare?

A nessuno in particolare. Mi riferisco a tutto il contesto editoriale della nostra regione, che tende a penalizzare gli autori abruzzesi a vantaggio di altri. Non ne capisco sinceramente i motivi. Tanto per fare un esempio: da parte degli organizzatori di eventi culturali esiste oggi una sottostima di autori locali. Sono molti gli scrittori italiani che vengono invitati a eventi, conferenze, ma non sono mai abruzzesi. I nostri vengono messi da parte o relegati in qualche modesta recensione di giornale.

Questo atteggiamento grida vendetta. L’Abruzzo viene visitato da molti per la sua bellezza paesaggistica, per la qualità della sua cucina, del suo olio, del suo vino, ma nessuno che mostri la volontà di proporre la nostra cultura. Questa rivista nasce per dare spazio a tutte quelle voci che non possono restare emarginate. Mi auguro che avranno con Abruzzo letterario un’occasione in più per provare ad esprimersi.


http://www.abruzzoweb.it/contenuti/editoria-abruzzo-letterario-lalta-cultura-comprensibile/484116-1/


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