venerdì 17 agosto 2012

Recensione: LABIRINTO PRIMO di Davide Di Vitantonio

Libro interessante fin dall’indice, questo di Davide Di Vitantonio. I titoli delle poesie promettono una ricerca linguistica ed espressiva che incuriosisce e spinge immediatamente a una lettura attenta e partecipe. La promessa è mantenuta: le poesie offrono un panorama linguistico originale, ben lungi dall’essere semplice ricerca formale, fine a se stessa.

La prima poesia ha un incipit davvero brillante (una pagina lamenta il suo segno…), poi un po’ banalizzato da quel “bordo fallico” del verso 6, ma è solo un leggero difetto, ben presto la poesia si addentra in immagini che inducono alla riflessione, che a tratti sorprendono:


…sveglio di fuliggine

danzante alla collina, imparo ad osservare

i fiori della solitudine, coltivo il tributo

a largo di un’anfora di aceto.

(Sposa in inchiostro, alla carta)


Un tema classico, quello del ricordo, è subito dopo trattato in modo assai personale, come qualcosa da conquistare, più che come qualcosa da riguardare, su cui meditare:


Spogliati della grazia, ricopriti di vanagloria,

ma aspetta,

sono quasi arrivato,

sono quasi al limite del tuo ricordo

(Aspettami)


Tutto pare in vendita, lamenta più avanti il poeta (Bisogno), in un mondo che sembra privilegiare solo l’avere, nell’assenza più completa dell’essere. Una percezione distorta pare avvolgere il destinatario della poesia, sensazione favorita anche dall’uso dell’ipermetro


Hai tanti pensieri, hai ricordi, hai fame ma non gridi

ti tagli con un rasoio antico, il sangue

non lo vedi, ti manca la razione fetida

dell’addio, non vedi più di un ramo, secca passione,

l’albero è lontano, non vedi che un pinolo.


Il finale della poesia sorprende un poco, grazie anche alla dislocazione grafica, all’inizio di una pagina successiva, ma chiude con efficacia il cerchio aperto dai primi cinque versi:


Perdonate principessa,

quanto volete per una carezza?


A tratti, però, capita che le metafore appaiano un po’ forzate, risapute, che sembrino un gioco a incastro più che un fluire dell’ispirazione. La poesia appare allora “faticosa”, sostanzialmente non riuscita. È il caso, a nostro parere, di “Decidi serva, naviga regina”. Ma è solo un episodio, subito il lettore incontra la bellissima “Donna”, che avvince con la sua apparente semplicità.


Ancora, ecco Estate: un tema abusato trattato invece in modo originale, con immagini e metafore estremamente evocative. Una poesia davvero riuscita.


Si intuisce come questo giovane scrittore induca più alla scrittura di un saggio che a una semplice recensione. Non mi resta che invitare alla lettura di questo libro: vi si scopriranno momenti di alta poesia, che intenzionalmente ho voluto solo sfiorare in queste poche righe.


Giancarlo Giuliani



Davide Di Vitantonio

Labirinto primo

poesia

pagine 60, € 10,00

ISBN: 978-88-97364-42-9




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