sabato 18 giugno 2011

In uscita il nuovo romanzo di Marina Crescenti: È TROPPO SANGUE ANCHE PER ME

L’idea del libro nasce da un documentario, La prostituzione e la Wehrmacht, in cui vengono intervistate le donne ebree sopravvissute alle cosiddette Case delle Bambole (più note come bordelli tedeschi), le quali, dopo la sterilizzazione, furono costrette a prostituirsi con i soldati e ufficiali nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Il titolo deriva da una frase pronunciata da Enrico Maria Salerno nel primo film poliziesco uscito nelle sale italiane nel gennaio del 1972, La Polizia ringrazia.
La storia è costruita con la tecnica soggettiva affidata alla voce narrante del protagonista alle prese con la sua terza indagine, il commissario Lorenzo Narducci della questura di Milano. Che tutti chiamano Luc per una certa somiglianza con Luc Merenda, attore italo-francese che negli anni ‘70 ha girato diversi polizieschi nel ruolo di commissario, da qui la sua prefazione al libro.
Lorenzo Narducci, uomo impulsivo, poliziotto che scava nella sabbia fin quando non arriva all’acqua, padre attento di due gemelle adolescenti, marito che si scopre distratto, in questa terza avventura fatica a conciliare i vari ruoli rischiando di perdere il controllo della situazione. Un personaggio nuovo lo affianca nelle indagini, è un poliziotto di Pescara, Orfeo Di Marcantonio. Con ironia, viene messo a confronto il modo di fare del sud con quello meno espansivo del nord.
Vecchio amico di Luc: “Orfeo, ti riconosco dopo tutto questo tempo?”
“Sono quello con la valigia con lo spago.”
La storia comincia con un omicidio avvenuto a Pescara. Le indagini sono affidate al commissario Narducci a motivo del messaggio a lui dedicato, lasciato dall’assassino sul luogo del delitto. Ma l’omicida fa anche altro: insegue, si traveste, uccide con un bisturi che sembrerebbe risalire all’epoca della guerra. Deposita nel ventre menomato delle vittime una miniatura di Barbie, smembra i corpi, nasconde i macabri ritagli, consegnandoli a chi sa lui. Le ricerche conducono a una certa Sofia Cairoli che ha avuto una storia con i tre ragazzi vittime dei primi omicidi. Ma poi, i delitti prendono altre direzioni e tutto viene rimesso in discussione. La verità sarà chiara solo alla fine, quando Luc e la sua squadra investigativa traggono taluni collegamenti con gli avvenimenti passati che riportano in superficie odi antichi, rancori mai spenti. Nello scorrere del romanzo sono inseriti dei flash, che ripercorrono momenti tragici risalenti alle Joy Divisions (Divisioni della Gioia o Case delle Bambole). L’antefatto permea il romanzo: muove i personaggi, aleggia su interrogatori, analisi, riflessioni. Scioglie il mistero che ogni mossa dell’assassino porta con sé.

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